La diagnosi in Analisi Transazionale

Federica

Federica

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su telegram
Condividi su whatsapp
Condividi su email

Nel panorama analitico transazionale la diagnosi si basa sull’analisi di quattro diversi punti di vista: strutturale, funzionale, motivazionale e cognitivo emotivo-corporeo o copionale. Nessuno di questi però, preso singolarmente risulta esauriente per una completa valutazione del disagio del paziente.

Il punto di vista strutturale è caratterizzato dall’analisi della struttura dei singoli stati dell’Io. Essa si basa sulla concettualizzazione che gli Stati dell’Io si sviluppino, a partire dall’evoluzione di G1, A1 e B1 contenuti in B2, man mano che i bambini ampliano le loro relazioni interpersonali ed entrano in contatto col mondo sociale. Nella condizione sana di autonomia – tra i tre stati dell’Io – è l’A2 che detiene il potere esecutivo, cioè la capacità di controllare e determinare il comportamento dell’individuo. Nella condizione opposta, la patologia risiede nell’organizzazione e nell’interazione dei sottosistemi e prende la forma della contaminazione e dell’esclusione.

La prospettiva funzionale, sostiene l’importanza degli scambi relazionali che l’individuo intrattiene fin dalla nascita. Attraverso le posizioni esistenziali, i giochi e i ricatti, il paziente ripropone, nella sua quotidianità, sempre gli stessi modi di interagire col prossimo nel tentativo di continuare a confermare le decisioni di copione inizialmente prese. Uno degli scopi dell’AT è quello di facilitare la riconquista della posizione Io sono ok – Tu sei ok intesa come vissuto obiettivo delle capacità e dei limiti propri ed altrui (Berne, 1961; Moiso & Novellino, 1982).

Il punto di vista motivazionale consiste nell’individuare i bisogni, i desideri e le aspirazioni frustrate del paziente, che si ripresentano oggi attraverso i suoi sintomi. Viene, quindi, presa in considerazione la “fame di contatto” come spinta motivante primaria. Crescendo e aumentando le esperienze di sé in contatto con l’altro, subiscono un ampliamento anche le sensazioni ambivalenti rispetto al contatto. Il paziente finisce, quindi, col ricorrere ad un compromesso che trasformerà la fame di stimolo infantile, in fame di riconoscimento (Berne, 1964b); da adulti si desidera ancora un contatto fisico, ma si tende a sostituirlo (Stewart & Joines, 1987) mediante carezze simboliche. Oltre alle fami, è la physis a spingere gli uomini all’autonomia attraverso: la consapevolezza di ciò che sta loro accadendo; la spontaneità, intesa come tendenza ad agire in modo congruente con i propri pensieri; e l’intimità, come capacità di interagire con gli altri in maniera autentica (Berne, 1961).

Il quarto punto di vista è quello copionale, tenendo presente questa prospettiva, il disturbo trova le sue radici nelle incongruenze e nelle strategie di adattamento che si sono irrigidite nel copione messo in atto e confermato quotidianamente dal paziente (Cavallero, 1998). La teoria del copione si basa sulla concezione che il soggetto si costruisca attraverso una storia (Tosi, 1993) e la utilizzi per cercare di mantenere immutato il proprio sistema cognitivo, emotivo e anche il proprio ambiente, che in questo modo diventa prevedibile e rassicurante (Romanini, 1987). Esso rappresenta un dramma recitato compulsivamente che (James & Jongeward, 1971) solo grazie al processo di rimodellamento evita di diventare per l’individuo un limite esistenziale (Del Monte, 2007). Mediante l’analisi di questi punti di vista, il paziente insieme al terapeuta può diventare consapevole di come si relaziona col mondo esterno preparando il terreno che, passando per la consapevolezza delle proprie dinamiche (decontaminazione), lo porti a nuove decisioni che prenderanno il posto di quelle copionali prese nel lì e allora, lontane dalla situazione di vita in cui il paziente si trova attualmente (deconfusione) (Cavallero, 2006).

Bibliografia

  • Berne, E. (1961). Analisi Transazionale e Psicoterapia. Roma: Astrolabio, 1971.
  • Berne, E. (1964b). A che gioco giochiamo. Milano: Tascabili Bompiani, 2004.
  • Cavallero, G. C. (1998). La decontaminazione. In: Novellino, M. (1998). L’approccio clinico dell’analisi transazionale. Milano: Franco Angeli.
  • Cavallero, G. C. (2006). Processi inconsci e AT. Teoria e metodologia. Relazione presentata al  7° Convegno Italiano di Analisi Transazionale SIAT. Roma, 8-10 dicembre 2006. Roma: SIAT.
  • Del Monte, M. (2007). L’Analisi Transazionale con i bambini. Assisi: Cittadella.
  • James, M., & Jongeward, D. (1971). Nati per vincere. Milano: Edizioni San Paolo, 1987.
  • Moiso, C., & Novellino, M. (1982). Stati dell’Io. Roma: Astrolabio.
  • Romanini, M. T. (1987). Contratto di <<liberazione dal copione>> e contratto di <<analisi di copione>>. Rivista italiana di Analisi Transazionale, VII, 12-13, 13-24.
  • Stewart, I., & Joines, V. (1987). L’Analisi Transazionale. Milano: Garzanti editore, 1996.
  • Tosi, M. T. (1993). Copione e cambiamento: una prospettiva narratologica. Polarità, 7, 3, 409-416.